mercoledì 17 novembre 2010

Sant'Antonio affronta il tiranno Ezzelino da Romano


Pietro Annigoni
Sant'Antonio affronta il tiranno Ezzelino da Romano
Cappella delle benedizioni della Basilica del Santo, Padova
affresco, cm 752 X 490, 1982

L'affresco focalizza il momento più delicato del confronto tra il predicatore e il tiranno: si contrappongono la ragione di stato e la parola del Vangelo, l'indifferenza dei potenti e la parola di Dio. E' un gioco di gesti e di sguardi che attestano l'irriducibilità del politico e la cinsapevolezza del fallimento del santo. Il tiranno si protende in avanti in atto per metà di sfida e per metà di curiosità, ma già tiene il pollice della mano destra verso, in segno di diniego, segnalando la decisione con la mano sinistra.
Alla tensione provocatoria di Ezzelino, che studia attentamente la reazione del santo, corrisponde il gesto della mano di Antonio che allenta la stertta sul vangelo, seguendo il rilassamento di tutta la figura. Il frate ha smesso di insistere e la chiusura del dialogo resta affidata all'enigma ma i del tutto sondabile dei due sguardi che s'incrociano.
Il tema è attualissimo e, purtroppo, di esperienza quasi quotidiana in ogni luogo in cui solo convenienze politiche, ragioni di stato e interessi di parte ispirano i valori e le scelte sociali ed esistenziali. La decisione è presa. La ragion di stato ha prevalso sull'invito alla clemenza e alla generosità. Ma non c'è soddisfazione sul volto del tiranno: l'espressione è dura, tirata, irremovibile eppure deformata da una perplessità interiore, da un interrogativo che indubbiamente riguarda il coraggio e l'energia morale del frate. Il gesto del tronco in avanti è tipico di chi s'interroga e vuol meglio rendersi conto, capire meglio le motivazioni e la sorgente di forza di chi ha di fronte.

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