martedì 24 giugno 2008

Il bambù


In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: “Caro bambù, ho bisogno ti te”.


Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: “Signore, sono pronto. Fa’ di me l’uso che vuoi”.
La voce del Signore era grave: “Per usarti devo abbatterti!”.
Il bambù si spaventò: “Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi”.


“Mio caro, bambù”, continuò il Signore, “se non posso abbatterti, non posso usarti”.
Il giardino piombò in un profondo silenzio.
Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi”.
“Mio caro bambù”, disse ancora il Signore, “non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie”.
“Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!”.
“Se non posso tagliarli, non posso usarti”.


Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente: “Signore, tagliali”.
“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti”.
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: “Signore, spacca e strappa”.



Così il Signore del giardino abbattè il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell’amato bambù e diresse l’altra verso i campi inariditi.


La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi.
Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo.
Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto.
Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.



Noi la chiamiamo “sofferenza”.
Dio la chiama “ho bisogno di te”.

venerdì 20 giugno 2008

PARLAMI




Parlami, Gesù, con la tua voce più intima.
Parlami da Signore,
come solo Dio può fare,
con la tua suprema autorità di eterna Sapienza.
Che il silenzio stesso della tua presenza
diventi una parola che mi esprime il tuo amore.
Dimmi ciò che desideri da me,
che cosa vuoi che io faccia.
Mostrami ciò che ti è dispiaciuto
nella mia condotta passata
e ciò che desideri
per la mia condotta avvenire.
Indicami ciò che ti piace nelle mie azioni,
e gli sforzi che devo fare
perché possa essere una dimora a te gradita.
Dimmi come ti devo amare,
suggeriscimi che cosa ti devo dare.
Parlami nel tuo linguaggio divino,
sommamente efficace,
e opera tu stesso in me quel che mi dici.
Parlami con insistenza,
e deponi la tua parola come un fermento
nel mio cuore.
Parla, Signore,
e dammi uno spirito docile
affinché io possa ascoltare volentieri,
comprendere profondamente,
mettere in pratica fedelmente la tua parola!

(J. Galot, da “Preghiere dopo la comunione”,
edizioni Benedettine - Sorrento)

giovedì 19 giugno 2008

PADRE NOSTRO


Se il pagano nella preghiera parla molto ne consegue che il cristiano deve parlare poco.


Alcuni potrebbero obiettare: "Se Dio conosce l'oggetto della nostra preghiera, e se conosce, prima che noi formuliano la preghiera, ciò di cui abbiamo bisogno, inutilmente rivolgiamo la nostra parola a chi sa già tutto". A costoro si può rispondere brevemente così: noi non siamo gente che racconta, ma uomini che supplicano. Una cosa è dire i nostri bisogni a chi non li conosce, un'altra è chiedere aiuto a chi li conosce. Là c'è la comunicazione; qui, l'omaggio. Là fedelmente narriamo le nostre sciagure; qui, da miseri quali siamo, imploriamo.


San Girolamo

sabato 14 giugno 2008

PREGHIERA PER I SACERDOTI



O Gesù Sacerdote eterno,
tieni i sacerdoti
nell’intimo del tuo cuore sacratissimo
dove nessuno può toccarli.
Conserva immacolate
le loro mani consacrate che ogni giorno
toccano il tuo santissimo corpo.
Conserva immacolate le loro labbra
che ogni giorno si arrossiscono
con il tuo sangue.
Mantieni puri i loro cuori
e distaccati dal mondo,
confermali con il segno sacerdotale.
Fa’ che il tuo amore
li protegga dal male del mondo.
Benedici il loro lavoro
con frutto abbondante
e fa’ che le anime che lavorano con loro
siano la loro pace e gioia
in questo mondo
e la corona della loro gloria in cielo.
Amen.

giovedì 12 giugno 2008

LIBERAMI DA ME STESSO


Signore, quando credo che il mio cuore
sia straripante d'amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.

Signore, quando credo di aver dato
tutto quello che ho da dare
e mi accorgo, in un momento di onestà,
che sono io a ricevere,
liberami da me stesso.

Signore, quando sono convinto
di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.

E, Signore, quando il regno dei cieli
si confonde falsamente
con i regni di questo mondo,
fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.


Madre Teresa

domenica 8 giugno 2008

IL SANTO ROSARIO


1° mistero gaudioso


Diu ti manna l'immasciata

ca ri l'ancilu è purtata;

di lu Figghiu di Diu Padri

già Maria si fatta matri.

O gran Vergini Maria

mi cunsuolu assai cu tia.

sabato 7 giugno 2008

10° COMANDAMENTO


NON DESIDERARE LA ROBA D'ALTRI


Il decimo comandamento proibisce la sfrenata cupidigia, generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere insito in esse.

CCC 2552


Il distacco dalle ricchezze è indispensabile per entrare nel Regno dei cieli. "Beati i poveri in spirito".

CCC 2556


Il vero desiderio dell'uomo è: "Voglio vedere Dio". La sete di Dio è estinta dall'acqua della vita eterna.

CCC 2557

venerdì 6 giugno 2008

9° COMANDAMENTO


NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI


Il nono comandamento mette in guardia dal desiderio smodato o concupiscenza carnale.
CCC 2529


La lotta contro la concupiscenza carnale passa attraverso la purificazione del cuore e la pratica della temperanza.
CCC 2530


"Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri" (Sir 18,30)
cfr CCC 1809

giovedì 5 giugno 2008

8° COMANDAMENTO

NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA

Ai suoi discepoli Gesù insegna l'amore incondizionato della verità: "Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no" (Mt 5,37)
CCC 2466
L'ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri.
CCC 2464
Il cristiano non deve vergognarsi "della testimonianza da rendere al Signore " (2 Tm 1,8) in atti e parole. Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede.
CCC 2506

INSEGNAMI


Insegnami, Signore Dio mio, a cercarti
e mostrati quando ti cerco:
non posso cercarti se tu non mi insegni,
né trovarti se non ti mostri.
Che io ti cerchi desiderandoti
e ti desideri cercandoti,
che io ti trovi amandoti
e ti ami trovandoti.

Anselmo d'Aosta, Proslogion

mercoledì 4 giugno 2008

DIO E' FEDELE


Il tempo di Dio non è il nostro. Tu non puoi contare a Dio gli anni e i giorni; Dio è fedele. Io posso scrutare i segni di questo giorno, come le sentinelle in attesa nella notte spiano i segni dell'aurora...

Questa è una grazia a caro prezzo, non è a buon mercato. Chiede svuotamenti e abbandoni, chiede la rinuncia a se stessi, chiede che si risponda francamente alla domanda emersa nella cultura più recente: "Essendo, non sono forse un assassino?". Ossia: se mi recinto nel mio io, facendo del mio essere il bene assoluto e il centro di tutte le cose, non suscito così il risentimento dell'altro, che mi si pone come nemico? Pensate cosa chiede fra Cristoforo a Renzo di fronte al giaciglio di don Rodrigo che sta morendo nel Lazzaretto: "Forse la salvezza di quest'uomo e la tua dipendono ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione... d'amore". Capite? Amore verso colui che gli aveva rovinato la vita.




I. Mancini "Tre follie", Milano 1986

7° COMANDAMENTO


NON RUBARE


Il settimo comandamento prescrive la pratica della giustizia e della carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano.

CCC 2451



Ogni modo di prendere e di usare ingiustamente i beni altrui è contrario al settimo comandamento.

CCC 2454


"Né ladri, né avari... erediteranno il regno di Dio".

1 Cor 6,10

lunedì 2 giugno 2008

OMAGGIO A LUANA ILARDO



Messaggio di tenerezza

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore...
Ho domandato allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?".
Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutta la camminata
e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo,
e non ti ho lasciato...
i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".


Anonimo brasiliano