martedì 31 agosto 2010

Il piccolo principe e la volpe

Mentre il piccolo Principe seduto per terra piangeva, proprio in quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno"
"Buon giorno",
rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui",
disse la voce,
"sotto al melo..."
"Chi sei? sei molto carino..."
"Sono una volpe".
"Vieni a giocare con me, sono così triste..."
"Non posso giocare con te, non sono addomesticata".
"Ah! scusa".
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire <addomesticare>?"
"Non sei di queste parti, tu che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini… Che cosa vuol dire <addomesticare>?"
"Gli uomini, hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No. Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "<addomesticare>?"
ribatté nuovamente il piccolo Principe
" È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire <creare dei legami>..."
"Creare dei legami?"
"Certo. Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".
"Comincio a capire… C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"È possibile, capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra".
La volpe sembrò perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No".
"Non c'e' niente di perfetto"
sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami".
"Volentieri, ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano",
disse la volpe.
"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?".
"Bisogna essere molto pazienti". "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino..."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora".
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'e' un rito?".
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata". " È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:
disse la volpe:
"Ah!,.. piangerò".
"La colpa è tua, io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti
addomesticassi..."
" È vero".
"Ma piangerai!".
" È certo".
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno il colore del grano".
Poi soggiunse:
Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa".
E ritornò dalla volpe.
"Addio",
disse alla volpe.
"Addio. Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi".
ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
" È il tempo che ho perduto per la mia rosa..."
sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua
rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..."
ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Antoine de Saint-Exupéry


Il Piccolo principe cap. 21

lunedì 30 agosto 2010


C'è solo un posto dove puoi tornare.

C'è solo un cuore dove puoi stare.

L’assenza

Sarai distante o sarai vicino
sarai più vecchio o più ragazzino
starai contento o proverai dolore
starai più al freddo o starai più al sole

Conosco un posto dove puoi tornare
conosco un cuore dove attraccare

Se chiamo forte potrai sentire
se credi agli occhi potrai vedere
c'è un desiderio da attraversare
e un magro sogno da decifrare

Conosco un posto dove puoi tornare
conosco un cuore dove attraccare

Piovono petali di girasole
sulla ferocia dell'assenza
la solitudine non ha odore
ed il coraggio è un'antica danza


Tu segui i passi di questo aspettare
tu segui il senso del tuo cercare

C'è solo un posto dove puoi tornare
c'è solo un cuore dove puoi stare



domenica 29 agosto 2010

Lettera di Gabriel Garcìa Màrquez

Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico. Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono. Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.


Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.


Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.


Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell'amore. Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!


A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.


Ho imparato così tanto da voi, Uomini... Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata. Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l'ha catturato per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi. Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perchè quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.


Dì sempre ciò che senti e fa' ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi "ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.


Sempre c'è un domani e la vita ci dà un'altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l'ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.


Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli "mi spiace", "perdonami", "per favore", "grazie" e tutte le parole d'amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.

sabato 28 agosto 2010

Pigliati ‘na pastiglia

Io cammino ogni notte
io cammino sbarianno
io nun tengo mai suonno
non chiudo mai ll'uocchie e non bevo cafe'

'Na perziana ca sbatte
'nu lampione ca luce
e 'nu 'mbriaco che dice bussanno a 'na porta
M'arape Cunce' ?
'A tre mise nun dormo cchiu',
'na vucchella vurria scurda'
Gente diciteme comme 'aggia fa ?
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !
Pe me fa addurmi'
pe me fa scurda'
il mio dolce amor
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !
Pe me fa senti'
come un gran pascia'
e mi inebria il cuor !
Dint' 'e vetrine 'e tutte 'e farmaciste
la vecchia camomilla ha dato il posto
Alle palline e glicerofosfato
bromotelevisionato grammi zero zero tre.
Ah !
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !

'Into 'o scuro 'na gatta
mastecanno 'na sarda
doce doce me guarda
me guarda se struscia miagola e fa
Siente a mme, va te a cucca'
Siente a mme, va te a cucca'
So' 'nu ciuccio 'e carretta
Carrecato d'ammore
ca se tira stu core
stu core che cerca la felicita' !
'A tre mise nun dormo cchiu',
'na vucchella vurria scurda'
Gente diciteme comme 'aggia fa ?

Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !
Pe me fa addurmi'
pe me fa scurda'
il mio dolce amor
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !
Pe me fa senti'
come un gran pascia'
e mi inebria il cuor !
Dint' 'e vetrine 'e tutte 'e farmaciste
la vecchia camomilla ha dato il posto
Alle palline e glicerofosfato
bromotelevisionato grammi zero zero tre.
Ah !
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !

Dint' 'e vetrine 'e tutte 'e farmaciste
la vecchia camomilla ha dato il posto
Alle palline e glicerofosfato
bromotelevisionato dittiti', bicarbonato
borotalco e seme 'e lino, cataplasma e semolino
'na custata 'a fiorentina mortadella, dduie panine
cu' 'nu miezo litro 'e vino nu caffe' con caffeina
grammi zero zero tre.
Ah !
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia
Pigliate 'na pastiglia, siente a mme !


Renato Carosone




venerdì 27 agosto 2010

La fiaba della signora Eva



E mi parlò di un giovane che era innamorato di una stella.
In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo. Considerava suo destino amare senza speranze un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella.
Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a guardare la stella ardendo d'amore. E nel momento di maggior desiderio fece un balzo e si buttò nel vuoto per andare incontro alla stella. Ma nel momento stesso del balzo un pensiero gli attraversò la mente: no, è impossibile!
Così cadde sull'arena e rimase sfracellato. Non sapeva amare.
Se nel momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente nel buon esito, sarebbe volato in alto a congiungersi con la stella.


Hermann Hesse

Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste


Hermann Hesse

Alla malinconia

Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell'amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d'amore,
ed eri anche nello scherno, che t'esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque
era un cammino verso di te.


Hermann Hesse

mercoledì 25 agosto 2010

La memoria

Tutti quelli che se ne vanno,
ti lasciano sempre addosso un po' di sé.
E' questo il segreto della memoria.

da "La finestra di fronte"

lunedì 23 agosto 2010

Il timore di amare

Si è coscientemente timorosi di non essere amati,
il vero, sebbene inconscio, timore è quello di amare.

Erich Fromm

L'arte di amare

Sii quello che sei


SII SOLO QUELLO CHE SEI
NON QUELLO CHE LA GENTE
VUOLE CHE SIA

Bob Marley

Liberi di fare tutto

SOLO DOPO AVER PERSO TUTTO

SAREMO LIBERI DI FARE QUALSIASI COSA

Morirò d’amore (Le tue parole)

Vento nei capelli e gli occhi al sole
E richiami vigili nel cuore
Affidavo all'aria i miei pensieri
E le parole, le parole tue mi mancano
Le parole urlate
Poi dall'eco ripetute
Cantano
Morirò d'amore, morirò per te
Il tuo sorriso l'allegria quanto mi mancano
Le parole sussurrate, zitte, poi gridate
Le parole tue per me
Morirò d'amore, morirò per te
Senti il vento contro le ringhiere
Con te vicino passo le mie sere
E le parole, le parole tue mi sfiorano
Quelle parole che sai dirmi quando me ne voglio andare
Vincono
Morirò d'amore, morirò per te
Socchiudo gli occhi e le tue mani mi accarezzano
Quelle parole urlate poi dall'eco rimandate
Che dal cielo cantano
Morirò d'amore, morirò per te.


sabato 21 agosto 2010

Moro perché non moro

Vivo ma in me non vivo
E' il bene che dopo morte imploro
Che mi sento morire
Morire perché non moro
E più in me non vivo
Vivo nel tuo immenso amore
Mi vuole mi struggo ogni ora per intenso ardore
Vivo ma in me non vivo
Moro perché non moro
E più in me non vivo
Moro perché non moro
Non mi tradire fortissimo amore che imploro
Moro perché non moro
Vivo ma in me non vivo
Moro perché non moro
Quanto è mai lunga all'esule
Quest'affannosa vita
Quanto mai duri i vincoli
Che m'hanno ormai sfinita
Per quello che ho nell'anima
Che posso fare, o vita
Se non te stessa perdere
E andare in lui smarrita
Vivo ma in me non vivo
Moro perché non moro
E più in me non vivo
Moro perché non moro
Non mi tradire fortissimo amore che imploro
Moro perché non moro
Vivo ma in me non vivo
Moro perché non moro
E più in me non vivo
Moro

Giuni Russo


Maria Antonietta Sisini

La vita è bella

Molti amici si sono preoccupati
per l'ultimo post che ho pubblicato,
si per ora la vita non è tenera con me!
Per il rispetto che ho per voi,
proverò a scrivere ancora sul blog
e per una cara amica dico che
"la vita è bella".

domenica 15 agosto 2010

E' TUTTO FINITO...
ORA NIENTE HA SENSO.

sabato 14 agosto 2010

E' meglio aver amato e perso
che non aver mai amato.

Alfred Tennyson

venerdì 13 agosto 2010

A Dio

Sempre Te chiamo
quando tocco il fondo,
so il numero a memoria
e ti disturbo
come un maniaco
abbarbicato al telefono;
lascio un messaggio
se sei fuori. Perdona.
Perdonami di tutto.
So che a volte cancelli
a qualche fortunato
il debito che tutti
con te abbiamo.
la bolletta
falla pagare
a me, ma dimmi almeno
che non farai tagliare
la mia linea: ti prego,
quando echeggerà
quell'ultimo e doloroso
squillo. Dio - per Dio! -
non staccare: rispondimi!

Artista: Roberto Vecchioni
Album: In Cantus
Titolo: A Dio


Il testo di ispira a una poesia di Vittorio Gassman

giovedì 12 agosto 2010

INNAMORATEVI



Cos'è la poesia non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu. E vestitele bene le poesie cercate bene le parole, dovete scegliere, a volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola, sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere.
INNAMORATEVI!!
Se non vi innamorate è tutto morto.. morto tutto è
vi dovete innamorare e diventa tutto vivo si muove tutto
DILAPIDATE LA GIOIA!!
INNAMORATEVI!!
Sperperate l'allegria,
siate tristi e taciturni con esuberanza
fate soffiare in faccia alla gente la felicità….
INNAMORATEVI!!
Questo è quello che dovete fare
per trasmettere la felicità … bisogna essere felici
e per trasmettere il dolore… bisogna essere felici.
Siate felici, dovete patire, stare male, soffrire , non abbiate paura di soffrire
tutto il mondo soffre.




Roberto Benigni
La tigre e la neve

martedì 10 agosto 2010

Tu non hai affatto capito

Tu non hai affatto capito,
mia coscienza esigente, che è solo per debolezza
se adesso ho bisticciato con te.

E non hai affatto capito,
quando con disprezzo ti sei vendicata,
che causa di debolezza
non impudenza fu – stanchezza.


E non mi hai capito,
e forse io non ho capito te,
quando ti ho porto la mano
e tu non mi hai porto la tua.


Ma molto bene hai capito
che è la disperazione a portarci
alla perdita del confine, fatale,
tra le forze del bene e del male…


Evgenij A. Evtusenko

lunedì 9 agosto 2010

Quando nasce un amore

Quando nasce un amore non è mai troppo tardi
scende come un bagliore da una stella che guardi
e di stelle nel cuore ce ne sono miliardi
quando nasce un amore, un amore.
Ed è come un bambino che ha bisogno di cure
devi stargli vicino devi dargli calore
preparargli il cammino il terreno migliore
quando nasce un amore, un amore.
E' un emozione nella gola da quando nasce a quando vola
che cosa c'è di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste
che cosa c'è se adesso sento queste cose per te
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu.
Ti fa bene, ti piace questa voglia di dare
e ti senti capace non ti puoi più fermare
come un fiume alla foce che si getta nel mare
quando nasce un amore, un amore...
E' l'universo che si svela quante parole in una sola
amore mio immenso e puro ci penso io a farti avere un futuro
amore che sta già chiedendo strada tutta per sè
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu.
...Sì...
quando nasce, quando nasce un amore.





domenica 8 agosto 2010

Sorella morte

Arriva la morte che taglia le teste
Arriva la notte per l' uomo che muore
Arriva la pena per l' uomo che resta
Arriva la mano che sparge dolore


Arriva la falce che lacera i gridi
Arriva la morte che suscita i pianti
Arriva la mano che strazia le madri


Arriva la morte che tutti livella
Arriva la falce che mai si riposa
Arriva la mano che strazia e flagella
Arriva la morte la finta pietosa


Eppure Francesco la immagina bella
Eppure Francesco la chiama sua sposa
Eppure Francesco la chiama sorella


Francesco: Sorella morte dolorosa e bellissima
Sorella morte che dal male ci liberi


Sorella morte che ci bagni di lacrime
Francesco: Sorella morte che di cielo ci illumini
Sorella morte che ci vesti da vedove
Francesco: Sorella morte che ci porti fra gli angeli
Sorella morte che deponi le lapidi
Francesco: Sorella morte che spalanchi l'eternità


Francesco: Sorella morte che prepari le semini
Che uccidi i giorni per far vivere i secoli
Sorella morte che ci bagni di lacrime
Francesco: Che uccidi l'uomo per far vivere gli uomini
Sorella morte che ci vesti da vedove
Francesco: Sorella morte che rinnovi l'umanità
Sorella morte che deponi le lapidi
Francesco: Sorella morte che spalanchi l'eternità

Ciò che muore dentro

Il dramma della vita non è la morte,
ma ciò che muore dentro
mentre... siamo ancora in vita.

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Salvatore Quasimodo

sabato 7 agosto 2010

La fedeltà della sofferenza

Non c'è bisogno che ti insegnino come essere felice, ma bisogna che ti insegnino come soffrire, come passare giorni, settimane e mesi rodendoti il fegato, sapendo che poteva andare diversamente. Perché quando uscirai da questa sofferenza e tornerai alla "momentanea felicità" tu sappia che la tua sofferenza ti ha reso più forte, più resistente, quando la tua sofferenza tornerà tu sarai in grado di affrontarla ad armi pari... a lungo andare potresti anche trovartici bene… incominci a vederla come una compagna di viaggio, molto più fedele della felicità... perché la felicità è cosi, momentanea, la sofferenza invece c'è sempre anche nei momenti felici, lei è li.
Ma bada bene, anche nella sofferenza puoi trovare la felicità!
"Prima di odiare devi avere amato molto" e lo stesso vale per la Sofferenza... Quando sei felice non ci fai caso, ma quando succede qualcosa che ti fa stare male capisci che la sofferenza è sempre stata al tuo fianco...

venerdì 6 agosto 2010

La sofferenza

Ciò che distingue i grandi scrittori del passato
è la grandezza della loro infelicità;
la disperazione di Pascal,
l'amarezza di La Rochefoucauld,
l'ennui di Flaubert,
la noia di Leopardi,
lo spleen di Baudelaire -
ci seducono soltanto quelle verità
che sono state estorte sotto tortura mentale.
Noi viviamo in un'epoca così disperata
che qualsiasi felicità possediamo
deve essere tenuta nascosta come una deformità,
perchè sappiamo -
sebbene tutta la nostra natura vi si ribelli -
che possiamo creare soltanto
grazie a ciò di cui soffriamo.

Cyril Connolly

giovedì 5 agosto 2010

Gioia e sofferenza

Ogni sofferenza è il cuore di una gioia,
ogni gioia avvia una nuova adesione alla sofferenza.

Maurizio di Gesù Bambino

lunedì 2 agosto 2010

Un amico è così

È facile allontanarsi sai
Se come te anche lui ha i suoi guai
Ma quando avrai bisogno sarà qui
Un amico è così

Non chiederà nè il come nè il perché
Ti ascolterà e si baterà per te
E poi tranquillo ti sorriderà
Un amico è così

E ricordati che finché tu vivrai
Se un amico è con te non ti perderai
In strade sbagliate percorse da chi
Non ha nella vita un amico così

Non ha bisogno di parole mai
Con uno sguardo solo capirai
Che dopo un no lui ti dirà di sì
Un amico è così

E ricordati che finché tu vorrai
Per sempre al tuo fianco lo troverai
Vicino a te mai stanco perché
Un amico è la cosa più bella che c'è

È come un grande amore, solo mascherato un po'
Ma che si sente che c'è
Nascosto tra le pieghe di un cuore che si dà
E non si chiede perché

Ma ricordati che finché tu vivrai
Se un amico è con te non tradirlo mai
Solo così scoprirai che
Un amico è la cosa più bella che c'è

E ricordati che finché tu vivrai
Un amico è la cosa più vera che hai
È il compagno del viaggio più grande che fai
Un amico è qualcosa che non muore mai

domenica 1 agosto 2010

Amore

La vita spirituale si riassume nell'amore. Non si ama perchè si vuole fare il bene di qualcuno, aiutarlo, proteggerlo. Agendo in questa maniera, ci comportiamo come se vedessimo il prossimo come semplice oggetto e noi stessi come esseri generosi e saggi. Ma... questo non ha nulla a che vedere con l'amore. Amore significa comunicare con l'altro e scoprire in lui una particella di Dio".
P. Coelho

Amicizia

Una volta l'amore disse all'amicizia:
Perché esisti tu, amicizia,
se esisto già io, che sono l'amore?
L'amicizia rispose:
Per portare un sorriso
dove tu hai lasciato una lacrima.

Lasciati aiutare, amico mio!

Due uomini avanzavano nella notte lungo un sentiero che attraversava una foresta oscura su una montagna sperduta. Uno dei due era cieco: lo guidava il compagno. Nel buio intrico della vegetazione, d'improvviso un demone si levò dinanzi a loro. Il cieco non provò spavento alcuno, mentre il compagno ne ebbe un gran terrore. E fu allora il cieco a guidare l'amico.
Chi dei due è il cieco?

T. Deshimaru, La tazza e il bastone. Storie Zen

L'uccello a due teste

C'era una volta un uccello con due teste e un corpo: la testa di destra era vorace e abilissima nella ricerca del cibo, mentre quella di sinistra, altrettanto ghiotta, era maldestra. La testa di destra riusciva sempre a nutrirsi a sazietà, mentre quella di sinistra era incessantemente tormentata dalla fame. E così un giorno la testa sinistra disse alla destra: "Conosco, qui vicino, un'erba squisita di cui ti delizieresti: vieni, ti conduco dove cresce". In realtà sapeva che quell'erba era velenosa, ma voleva con questo stratagemma uccidere l'altra testa, per poter poi mangiare a piacimento. E la testa di destra mangiò l'erba, e il veleno uccise l'uccello dalle due teste.
T. Deshimaru, La tazza e il bastone. Storie Zen