domenica 28 dicembre 2008

Servire una Comunità


Abbi l'ansia dell'unità;
niente è più importante di questo.
Porta pazienza con tutti
perchè anche il Signore porta pazienza con te.
Prega incessantemente:
chiedi uno spirito di comprensione
maggiore di quello che hai.
Sii instancabile nella preghiera.
Crea il dialogo con il singolo come fa Dio.
Porta su di te i problemi di tutti, come un atleta:
dove c'è più sofferenza ci sarà più guadagno.
Se ami tanto chi è buono, non c'è da dirti grazie:
ma sono i più malati che devi curare con dolcezza.
Sei di carne e spirito per trattare
con dolcezza i problemi che percepisci:
i problemi che non percepisci
cerca di capirli pregando.
Non impressionarti di chi sembrava fedele
e poi tradisce:
sta saldo sotto i colpi come fa l'incudine.
E' proprio di un atleta resistere sotto i colpi.
E' soprattutto in vista di Dio che bisogna
che sopportiamo tutti,
affinchè anche Lui sopporti noi.
Diventa più zelante di quello che sei.
Nulla si faccia senza la tua approvazione.
Ma tu non far nulla enza quella di Dio.

Ignazio di Antiochia a Policarpo

giovedì 11 dicembre 2008

Ogni giorno è da vivere


Ogni mattina è una giornata intera
che riceviamo dalle mani di Dio.
Dio ci dà una giornata
da Lui stesso preparata per noi.
Non vi è nulla di troppo
e nulla di non abbastanza,
nulla di indifferente
e nulla di inutile.
E' un capolavoro di giornata
che viene a chiederci di essere vissuto.
Noi la guardiamo
come una pagina d'agenda,
segnata d'una cifra e d'un mese.
La trattiamo alla leggera
come un foglio di carta.
Se potessimo frugare il mondo
e vedere questo giorno elaborarsi
e nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo il valore
di un solo giorno umano.

M. Delbrel

lunedì 1 dicembre 2008

Se tu squarciassi i cieli...


Tu, Signore, sei nostro padre,

da sempre ti chiami nostro redentore.

Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie

e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?

Ritorna per amore dei tuoi servi,

per amore delle tribù, tua eredità.

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Davanti a te sussulterebbero i monti.

Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,

tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.

Mai si udì parlare da tempi lontani,

orecchio non ha sentito,

occhio non ha visto

che un Dio, fuori di te,

abbia fatto tanto per chi confida in lui.


Isaia 63,16-17

mercoledì 29 ottobre 2008


Ricordati, figlio mio, di ciò che dice la Scrittura: "Una buona parola vale spesso più di un ricco dono"... Ricordati che, poichè sono io che ricevo tutto ciò che dai, dici, fai agli altri, non basta dire, fare, dare delle buone cose; bisogna farle con altrettanta soavità, in una maniera tanto gradita come le faresti se io, Gesù, fossi davanti ai tuoi occhi... Bisogna che tutti i tuoi rapporti con il prossimo, per piccoli che siano, trabocchino di amore.


Charles de Foucauld

lunedì 6 ottobre 2008

La Chiesa ha bisogno


La Chiesa ha bisogno
della sua perenne Pentecoste,
ha bisogno di fuoco nel cuore,
di parole sulle labbra,
di profezia nella sguardo.
La Chiesa ha bisogno di essere
Tempio dello Spirito Santo
di totale purezza
e di vita interiore [...]

La Chiesa ha bisogno di riacquistare
la sete, il gusto, la certezza della verità
e di ascoltare con inviolabile silenzio
e con docile disponibilità
la voce, il colloquio
nell'assentimento contemplativo dello Spirito,
il quale insegna ogni verità.

E poi ha bisogno la Chiesa di sentir fluire
per tutte le sue umane facoltà
l'onda dell'amore che si chiama carità
e che è diffusa nei nostri cuori
"dallo Spirito Santo che ci è stato dato"

Paolo VI

sabato 27 settembre 2008

Preghiera del Sacerdote

Signore, Tu mi hai chiamato al ministero sacerdotale
in un momento concreto della storia nel quale,
come nei primi tempi apostolici,
chiedi che tutti i cristiani,
e in modo speciale i sacerdoti,
siamo testimoni delle meraviglie di Dio
e della potenza del tuo Spirito.
Fa' che io sia testimone della dignità della vita umana,
della grandezza dell'amore
e della potenza del ministero ricevuto:
tutto ciò con la mia vita, totalmente consegnata a Te,
per amore, solo per amore, e per un amore più grande.
Fa' che il mio celibato sia un "sì" gioioso e lieto,

che nasca dalla mia dedizione a Te e agli altri,
al servizio della Chiesa.
Dammi forza nelle mie debolezze
e fa' che ti ringrazi delle mie vittorie.
Madre, che hai pronunciato il "sì"
più grande e mirabile di tutti i tempi,
che io sappia trasformare la mia vita ogni giorno
in una fonte di generosità e di dedizione
e accanto a te,
ai piedi delle grandi croci del mondo,
io mi associ al dolore redentore della morte del tuo Figlio
per gioire con Lui nel trionfo della sua resurrezione
per la vita eterna. Amen.

giovedì 18 settembre 2008

L'Amore si è fatto pane


L’Amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole. Un giorno l’Amore pensò a una casa più bella. Che strana idea quella dell’Amore!
E fece la terra, e sulla terra, ecco fece la carne e nella carne ispirò la vita e, nella vita, impresse l’immagine della sua somiglianza. E la chiamò uomo!
E dentro l’uomo, nel suo cuore, l’Amore costruì la sua casa: piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l’Amore. E l’Amore andò ad abitare nel cuore dell’uomo e ci entrò tutto là dentro, perché il cuore dell’uomo è fatto di infinito.
Ma un giorno… l’uomo ebbe invidia dell’Amore. Voleva impossessarsi della casa dell’Amore, la voleva soltanto e tutta per sé, voleva per sé la felicità dell’Amore come se l’Amore potesse vivere da solo. E l’Amore fu scacciato dal cuore dell’uomo.
L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto. L’uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della fronte, ma era sempre affamato e restava con il cuore terribilmente vuoto.
Un giorno l’uomo… decise di condividere il cuore con tutte le creature della terra. L’Amore venne a saperlo… Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell’uomo. Ma l’uomo riconobbe l’Amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo.
L’Amore allora ebbe un’idea: si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l’uomo affamato lo mangiò, l’Amore ritornò nella sua casa… nel cuore dell’uomo. E il cuore dell’uomo fu riempito di vita, perché la vita è Amore.


(poeta brasiliano)

martedì 2 settembre 2008

PREGHIERA PER I SACERDOTI


Signore Gesù, presente nel Santissimo Sacramento,
che hai voluto perpetuare la tua Presenza tra noi
per il tramite dei tuoi Sacerdoti,
fa' che le loro parole siano sempre le tue,
che i loro gesti siano i tuoi gesti,
che la loro vita sia fedele riflesso della tua vita.
Che essi siano quegli uomini che parlano
a Dio degli uomini, e agli uomini di Dio.
Che non abbiano paura del dover servire,
servendo la Chiesa nel modo
in cui essa ha bisogno di essere servita.
Che siano uomini,
testimoni dell'eterno nel nostro tempo,
camminando per le strade della storia
con i tuoi stessi passi e facendo a tutti del bene.
Che siano fedeli ai loro impegni,
gelosi della propria vocazione e della propria donazione,
specchio luminoso della propria identità
e che vivano nella gioia per il dono ricevuto.
Te lo chiedo per la tua Madre Maria Santissima:
lei che è stata presente nella tua vita
sarà sempre presente nella vita dei tuoi sacerdoti. Amen.

domenica 31 agosto 2008

CI CHIAMI DA TUTTO IL MONDO


Dio, Padre di misericordia
e fonte della vita,
tu ci chiami da tutto il mondo
per celebrare con rinnovato fervore
il grande mistero dell'eucaristia,
memoriale perenne
della Pasqua del tuo Figlio.
Entrando nel Terzo Millennio,
riconoscenti per la salvezza
che ci è stata donata,
con fiducia ti chiediamo:
Fa' che partecipando
dell'unico pane e dell'unico calice
diveniamo un solo corpo in Cristo,
e viviamo della vita divina
che egli ci ha ottenuto
a prezzo del suo Sangue.
Vivificati dal suo Santo Spirito
annunceremo al mondo
le meraviglie del tuo amore.
Per Gesù Cristo tuo figlio
nato dalla Vergine Maria
che è Dio e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Giovanni Paolo II

giovedì 28 agosto 2008

LA BONTA'



Non permettere mai
che qualcuno venga a te
e vada via senza essere migliore
e più contento.
Sii l'espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito,
offri sempre un sorriso gioioso.
Dai a loro
non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.

Madre Teresa

domenica 20 luglio 2008

L'importante è seminare


Semina, semina:
l'importante è seminare
- poco, molto, tutto -
il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso
perchè splenda intorno a te.
Semina le tue energie
per affrontare le battaglie della vita.
Semina il tuo coraggio
per risollevare quello altrui.
Semina il tuo entusiasmo,
la tua fede, il tuo amore.
Semina le più piccole cose,
i nonnulla.
Semina e abbi fiducia:
ogni chicco arricchirà
un piccolo angolo della terra.

giovedì 17 luglio 2008

SPENDI L'AMORE A PIENE MANI


Spendi l'amore a piene mani!
L'amore è l'unico tesoro
che si moltiplica per divisione:
è l'unico dono che aumenta
quanto più ne sottrai.
E' l'unica impresa nella quale
più si spende più si guadagna:
regalalo, buttalo via,
spargilo ai quattro venti,
vuotati le tasche,
scuoti il cesto,
capovolgi il bicchiere
e domani ne avrai più di prima.

sabato 12 luglio 2008

DECALOGO DEL SACERDOTE



1. È più importante come io vivo da sacerdote, di ciò che faccio in quanto sacerdote.

2. È più importante ciò che fa Cristo attraverso di me,
di quello che faccio io.

3. È più importante che io viva l'unità nel presbiterio,
piuttosto che buttarmi a capofitto da solo nel ministero.

4. È più importante il servizio della preghiera e della Parola,
di quello delle mense.

5. È più importante seguire spiritualmente i collaboratori,
che fare da me e da solo quante più attività possibili.

6. È più importante essere presente in pochi ma centrali settori operativi,
con una presenza che irradia vita, che essere presente ovunque, in fretta e a metà.

7. È più importante agire in unità con i collaboratori,
che non da solo, per quanto capace io mi ritenga; ossia, è più importante la communio che la actio.

8. È più importante, perché più feconda, la croce,
che non i risultati spesso apparenti, frutto di doti e di sforzi umani.

9. È più importante avere l'anima aperta sul tutto
(comunità, diocesi, Chiesa universale), che non fissata su interessi particolari per quanto importanti mi sembrino.

10. È più importante che venga testimoniata a tutti la fede,
anziché soddisfare a tutte le usuali pretese.

giovedì 10 luglio 2008

Mostrati Signore


A tutti i cercatori del tuo volto

mostrati, Signore;

a tutti i pellegrini dell'assoluto,

vieni incontro, Signore;

con quanti si mettono in cammino

e non sanno dove andare

cammina, Signore;

affiancati e cammina con tutti i disperati

sulle strade di Emmaus;

e non offenderti se essi non sanno

che sei tu ad andare con loro,

tu che li rendi inquieti

e incendi i loro cuori;

non sanno che ti portano dentro:

con loro fermati

poiché si fa sera

e la notte è buia e lunga, Signore.


David Maria Turoldo

venerdì 4 luglio 2008

Preghiera di un servo della Parola

Vorrei essere un figlio della chiesa;
non essere conosciuto come l'iniziatore
di una qualunque eresia,
ma portare il nome di Cristo.
Vorrei portare questo Nome,
che permane,
come una benedizione sulla terra.
Desidero che il mio spirito
come le mie opere
mi diano il diritto
di essere chiamato cristiano.
Se io,
che agli occhi degli altri
sono la tua mano destra,
io che porto il nome di presbitero
e ho come missione
l'annuncio della Parola,
se io arrivassi a commettere qualche errore
contro l'insegnamento della chiesa
o contro la regola dell'Evangelo,
fino a diventare di scandalo per la chiesa,
che la chiesa tutta intera, allora,
con decisione unanime,
mi tronchi via,
proprio me, sua mano destra,
e mi getti lontano.

Origene

25° anniversario dell'ordinazione presbiterale




martedì 24 giugno 2008

Il bambù


In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: “Caro bambù, ho bisogno ti te”.


Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: “Signore, sono pronto. Fa’ di me l’uso che vuoi”.
La voce del Signore era grave: “Per usarti devo abbatterti!”.
Il bambù si spaventò: “Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi”.


“Mio caro, bambù”, continuò il Signore, “se non posso abbatterti, non posso usarti”.
Il giardino piombò in un profondo silenzio.
Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi”.
“Mio caro bambù”, disse ancora il Signore, “non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie”.
“Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!”.
“Se non posso tagliarli, non posso usarti”.


Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente: “Signore, tagliali”.
“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti”.
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: “Signore, spacca e strappa”.



Così il Signore del giardino abbattè il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell’amato bambù e diresse l’altra verso i campi inariditi.


La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi.
Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo.
Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto.
Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.



Noi la chiamiamo “sofferenza”.
Dio la chiama “ho bisogno di te”.

venerdì 20 giugno 2008

PARLAMI




Parlami, Gesù, con la tua voce più intima.
Parlami da Signore,
come solo Dio può fare,
con la tua suprema autorità di eterna Sapienza.
Che il silenzio stesso della tua presenza
diventi una parola che mi esprime il tuo amore.
Dimmi ciò che desideri da me,
che cosa vuoi che io faccia.
Mostrami ciò che ti è dispiaciuto
nella mia condotta passata
e ciò che desideri
per la mia condotta avvenire.
Indicami ciò che ti piace nelle mie azioni,
e gli sforzi che devo fare
perché possa essere una dimora a te gradita.
Dimmi come ti devo amare,
suggeriscimi che cosa ti devo dare.
Parlami nel tuo linguaggio divino,
sommamente efficace,
e opera tu stesso in me quel che mi dici.
Parlami con insistenza,
e deponi la tua parola come un fermento
nel mio cuore.
Parla, Signore,
e dammi uno spirito docile
affinché io possa ascoltare volentieri,
comprendere profondamente,
mettere in pratica fedelmente la tua parola!

(J. Galot, da “Preghiere dopo la comunione”,
edizioni Benedettine - Sorrento)

giovedì 19 giugno 2008

PADRE NOSTRO


Se il pagano nella preghiera parla molto ne consegue che il cristiano deve parlare poco.


Alcuni potrebbero obiettare: "Se Dio conosce l'oggetto della nostra preghiera, e se conosce, prima che noi formuliano la preghiera, ciò di cui abbiamo bisogno, inutilmente rivolgiamo la nostra parola a chi sa già tutto". A costoro si può rispondere brevemente così: noi non siamo gente che racconta, ma uomini che supplicano. Una cosa è dire i nostri bisogni a chi non li conosce, un'altra è chiedere aiuto a chi li conosce. Là c'è la comunicazione; qui, l'omaggio. Là fedelmente narriamo le nostre sciagure; qui, da miseri quali siamo, imploriamo.


San Girolamo

sabato 14 giugno 2008

PREGHIERA PER I SACERDOTI



O Gesù Sacerdote eterno,
tieni i sacerdoti
nell’intimo del tuo cuore sacratissimo
dove nessuno può toccarli.
Conserva immacolate
le loro mani consacrate che ogni giorno
toccano il tuo santissimo corpo.
Conserva immacolate le loro labbra
che ogni giorno si arrossiscono
con il tuo sangue.
Mantieni puri i loro cuori
e distaccati dal mondo,
confermali con il segno sacerdotale.
Fa’ che il tuo amore
li protegga dal male del mondo.
Benedici il loro lavoro
con frutto abbondante
e fa’ che le anime che lavorano con loro
siano la loro pace e gioia
in questo mondo
e la corona della loro gloria in cielo.
Amen.

giovedì 12 giugno 2008

LIBERAMI DA ME STESSO


Signore, quando credo che il mio cuore
sia straripante d'amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.

Signore, quando credo di aver dato
tutto quello che ho da dare
e mi accorgo, in un momento di onestà,
che sono io a ricevere,
liberami da me stesso.

Signore, quando sono convinto
di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.

E, Signore, quando il regno dei cieli
si confonde falsamente
con i regni di questo mondo,
fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.


Madre Teresa

domenica 8 giugno 2008

IL SANTO ROSARIO


1° mistero gaudioso


Diu ti manna l'immasciata

ca ri l'ancilu è purtata;

di lu Figghiu di Diu Padri

già Maria si fatta matri.

O gran Vergini Maria

mi cunsuolu assai cu tia.

sabato 7 giugno 2008

10° COMANDAMENTO


NON DESIDERARE LA ROBA D'ALTRI


Il decimo comandamento proibisce la sfrenata cupidigia, generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere insito in esse.

CCC 2552


Il distacco dalle ricchezze è indispensabile per entrare nel Regno dei cieli. "Beati i poveri in spirito".

CCC 2556


Il vero desiderio dell'uomo è: "Voglio vedere Dio". La sete di Dio è estinta dall'acqua della vita eterna.

CCC 2557

venerdì 6 giugno 2008

9° COMANDAMENTO


NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI


Il nono comandamento mette in guardia dal desiderio smodato o concupiscenza carnale.
CCC 2529


La lotta contro la concupiscenza carnale passa attraverso la purificazione del cuore e la pratica della temperanza.
CCC 2530


"Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri" (Sir 18,30)
cfr CCC 1809

giovedì 5 giugno 2008

8° COMANDAMENTO

NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA

Ai suoi discepoli Gesù insegna l'amore incondizionato della verità: "Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no" (Mt 5,37)
CCC 2466
L'ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri.
CCC 2464
Il cristiano non deve vergognarsi "della testimonianza da rendere al Signore " (2 Tm 1,8) in atti e parole. Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede.
CCC 2506

INSEGNAMI


Insegnami, Signore Dio mio, a cercarti
e mostrati quando ti cerco:
non posso cercarti se tu non mi insegni,
né trovarti se non ti mostri.
Che io ti cerchi desiderandoti
e ti desideri cercandoti,
che io ti trovi amandoti
e ti ami trovandoti.

Anselmo d'Aosta, Proslogion

mercoledì 4 giugno 2008

DIO E' FEDELE


Il tempo di Dio non è il nostro. Tu non puoi contare a Dio gli anni e i giorni; Dio è fedele. Io posso scrutare i segni di questo giorno, come le sentinelle in attesa nella notte spiano i segni dell'aurora...

Questa è una grazia a caro prezzo, non è a buon mercato. Chiede svuotamenti e abbandoni, chiede la rinuncia a se stessi, chiede che si risponda francamente alla domanda emersa nella cultura più recente: "Essendo, non sono forse un assassino?". Ossia: se mi recinto nel mio io, facendo del mio essere il bene assoluto e il centro di tutte le cose, non suscito così il risentimento dell'altro, che mi si pone come nemico? Pensate cosa chiede fra Cristoforo a Renzo di fronte al giaciglio di don Rodrigo che sta morendo nel Lazzaretto: "Forse la salvezza di quest'uomo e la tua dipendono ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione... d'amore". Capite? Amore verso colui che gli aveva rovinato la vita.




I. Mancini "Tre follie", Milano 1986

7° COMANDAMENTO


NON RUBARE


Il settimo comandamento prescrive la pratica della giustizia e della carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano.

CCC 2451



Ogni modo di prendere e di usare ingiustamente i beni altrui è contrario al settimo comandamento.

CCC 2454


"Né ladri, né avari... erediteranno il regno di Dio".

1 Cor 6,10

lunedì 2 giugno 2008

OMAGGIO A LUANA ILARDO



Messaggio di tenerezza

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore...
Ho domandato allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?".
Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutta la camminata
e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo,
e non ti ho lasciato...
i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".


Anonimo brasiliano

sabato 31 maggio 2008

6° COMANDAMENTO

NON COMMETTERE ADULTERIO

L'adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.
CCC 2400
Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un'ascesi..., l'obbedienza ai divini comandamenti, l'esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera.
CCC 2340

VITA DA PARROCO

Il "parroco" sbaglia sempre...
"beato chi non si scandalizza di me" (Mt 11,6).

Se il parroco ha un volto gioviale è un ingenuo.
Se è pensoso è un eterno insoddisfatto.
Se è bello: "perché non si è sposato?".
Se è brutto: "nessuno l'ha voluto!".
Se va all'osteria è un beone.
Se sta in casa è un asceta sdegnoso.
Se va in "borghese" è un uomo di mondo.
Se veste con la "tonaca" è un conservatore.
Se parla con i ricchi è un capitalista.
Se sta con i poveri è un comunista.
Se è grasso non si lascia mancar niente.
Se è magro è un avaro.
Se cita il Concilio è un prete moderno.
Se parla di catechismo è un "tridentino"!
Se fa una predica lunga più di 10 minuti: è un parolaio.
Se fa una predica corta: non sa cosa dire.
Se alla predica alza la voce, grida e si arrabbia con tutti.
Se parla normale non si capisce niente.
Se possiede una macchina è mondano.
Se non ne possiede non segue il tempo.
Se visita i parrocchiani,
gironzola e ficca il naso nelle loro cose.
Se sta in canonica, ama il distacco
e non va mai a visitare i suoi parrocchiani.
Se chiede delle offerte è avido di denaro.
Se non organizza delle feste la parrocchia è morta.
Se trattiene i penitenti a lungo in confessionale
dà scandalo o è interminabile.
Se nel confessionale è svelto non ascolta i penitenti.
Se incomincia puntualmente la Messa
il suo orologio è avanti.
Se incomincia un tantino più tardi,
fa perdere il tempo a tutti.
Se fa restaurare la Chiesa fa spreco di denaro.
Se non lo fa lascia andare tutto alla malora.
Se parla con una donna
si pensa subito di costruire un romanzo rosa.
Se vuol bene alla gente è perché non la conosce...
Se è giovane è senza esperienza.
Se è vecchio è ora che se ne vada in pensione.
E... se va altrove, in missione o se muore:
chi lo potrà sostituire...?

giovedì 29 maggio 2008

5° COMANDAMENTO

NON UCCIDERE

Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana.
CCC 2307
Ogni vita umana, dal momento del concepimento fino alla morte, è sacra, perchè la persona umana è stata voluta per se stessa ad immagine e somiglinza del Dio vivente e santo.
CCC 2139
L'uccisione di un essere umano è gravemente contraria alla dignità della persona e alla santità del Creatore.
CCC 2320

martedì 27 maggio 2008

4° COMANDAMENTO

ONORA TUO PADRE E TUA MADRE



"Gesù stava loro sottomesso"

Lc 2,51


Dio ha voluto che, dopo lui, onoriamo i nostri genitori ai quali dobbiamo la vita e che ci hanno trasmesso la conoscenza di Dio.

CCC 2197


Il rispetto di questo comandamento procura, insieme con i frutti spirituali, frutti temporali di pace e di prosperità.

CCC 2200

lunedì 26 maggio 2008

3° COMANDAMENTO

RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE

La Chiesa celebra il giorno della risurrezione di Cristo nell'ottavo giorno, che si chiama giustamente giorno del Signore, o domenica.
CCC 2191
E' doveroso per i cristiani che dispongono di tempo libero ricordarsi dei loro fratelli... Dalla pietà cristiana la domenica è tradizionalmente consacrata alle opere di bene, agli umili servizi di cui necessitano i malati, gli infermi, gli anziani.
CCC 2186

SI VIAGGIARE

Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche. Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, andare loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato del buon camminatore. Felice chi comprende e vive questo pensiero: "Se non sei d'accordo con me, tu mi fai più ricco". Aver vicino a sé un uomo che è sempre d'accordo incondizionatamente, è avere non un compagno ma un'ombra. E' possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui incominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta. Con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà il coraggio e il gusto per il cammino. Andare avanti solo per andare avanti, non è un vero camminare. Camminare è andare verso qualche cosa, è prevedere l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino. Per le minoranze abramiche, partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a intraprendere con noi la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e più umano.
H. Camara
La sequela come partenza e affidamento

domenica 25 maggio 2008

2° COMANDAMENTO

NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO

Il secondo comandamento prescrive di rispettare il nome del Signore.
CCC 2142
Il rispetto per il nome di Dio esprime quello dovuto al suo stesso Mistero e a tutta la realtà sacra da esso evocata.
CCC 2144
La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamento.
CCC 2148

sabato 24 maggio 2008


1° COMANDAMENTO

IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME.

Il primo comandamento chiama l'uomo a credere in Dio, a sperare in lui, ad amarlo al di sopra di tutto.
CCC 2134
"Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze".
Dt 6,5
Il dovere di rendere a Dio un culto autentico riguarda l'uomo individualmente e socialmente.
CCC 2136

I COMANDAMENTI

"Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Al giovane che gli rivolge questa domanda, Gesù risponde innanzitutto richiamando la necessità di riconoscere Dio come "il solo Buono", come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni bene.
Poi Gesù gli dice: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".


CCC 2052

venerdì 23 maggio 2008

NON LASCIARE MAI


Non lasciare mai

che le tue preoccupazioni

crescano fino al punto

di farti dimenticare

la gioia del Cristo risorto.

Tutti noi aneliamo al paradiso,

ma possiamo essere sin da ora con Gesù

e comunicare la sua gioia.

Questo significa:

amare come Lui ama;

aiutare come Lui aiuta;

dare come Lui dà;

servire come Lui serve;

salvare come Lui salva.

Significa essere con lui

ventiquattro ore al giorno

e toccarlo nel suo aspetto più malandato.


Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 21 maggio 2008

BEATI VOI


Beati quelli che sanno tacere e ascoltare, impareranno molte cose nuove.

Beati voi, se sapete guardare seriamente le piccole cose e serenamente le cose serie, andrete lontano nella vita.

Beati voi, se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sberleffo, la vostra strada sarà piena di sole.

Beati voi, se siete capaci di interpretare sempre benevolmente gli atteggiamenti altrui, anche quando le apparenze sono contrarie, passerete per ingenui, ma questo è il prezzo della carità.

Beati quelli che pensano prima di agire e ridono prima di pensare, eviteranno di commettere molte sciocchezze.

Beati voi, se sapete tacere e sorridere quando vi interrompono, vi contraddicono e vi pestano i piedi, il vangelo comincia a penetrare nel vostro cuore.

Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti quelli che incontrate, avete trovato la vera luce, avete trovato la vera saggezza.


J. F. Six, Le beatitudini oggi

martedì 20 maggio 2008

O AMORE SAPIENTE




Dammi, Signore,


un cuore che ti pensi,


un'anima che ti ami,


una mente che ti contempli,


un intelletto che t'intenda,


una ragione che sempre aderisca


fortemente a te, dolcissimo;


e sapientemente, o Amore sapiente, ti ami.


O vita per cui vivono tutte le cose,


vita che mi doni la vita,


vita che sei la mia vita,


vita per la quale vivo,


senza la quale muoio;


vita per la quale sono risuscitato,


senza la quale sono perduto;


vita per la quale godo,


senza la quale sono tormentato;


vita vitale, dolce e amabile,


vita indimenticabile.


Sant’Agostino


lunedì 19 maggio 2008

STANOTTE RAGAZZI


Stanotte ragazzi che malinconia!

Un vecchio compagno se n'è andato via,

qualcosa luccica negli occhi tuoi

da quando Francesco non è più con noi.



Il vino stanotte non ha più sapore.

L'amore stanotte non è più l'amore.



Noi siamo stanchi come stanchi eroi

da quando Francesco non è più con noi.



E' vuota la città, è morta l'allegria,

la vita è senza fantasia e non c'è più felicità.

E' vuota la città, è morta l'allegria

la vita è senza fantasia e non c'è più felicità.



Stanotte ci manca quel suo viso strano,

quegli occhi che guardavano lontano,

quel suo sorriso pieno di bontà.

Per questo stanotte è vuota la città.



E' vuota la città, è morta l'allegria,

la vita è senza fantasia e non c'è più felicità.

E' vuota la città...



Stanotte il vino non ha più sapore.

L'amore stanotte non è più l'amore.

Un vecchio amico se n'è andato via

e qui rimane la malinconia.

Addio Frate.



da Forza venite gente

sabato 17 maggio 2008

A Comiso si festeggia la Madonna Addolorata

A Comiso è tradizione festeggiare la Madonna Addolorata la terza domenica di Maggio:

O Padre, che accanto al tuo Figlio,
innalzato sulla croce,
hai voluto presente la sua Madre Addolorata:
fa’ che la santa Chiesa,
associata con lei alla passione del Cristo,
partecipi alla gloria della risurrezione.

venerdì 16 maggio 2008


Fa', o Signore, che io cerchi

non tanto di essere consolato, ma di consolare,

non di essere compreso, ma di comprendere,

non di essere amato, ma di amare.

Perché donando se stessi si riceve,

dimenticando se stessi ci si ritrova,

perdonando si viene perdonati.


San Francesco d'Assisi

PER AMORE

Se taci, taci per amore;
se parli, parla per amore;
se richiami, richiama per amore;
se perdoni, perdona per amore.

Sant'Agostino

mercoledì 14 maggio 2008

I SACERDOTI

I sacerdoti, anche se indegni, sostengono, sostenuti da Cristo, le mura vacillanti della città terrena.
Se li pensiamo scomparsi, non c'è più Chiesa;
ma se non c'è più Chiesa, non c'è più liturgia;
e se non c'è più liturgia, non ci sono più i sacramenti;
e se non ci sono più i sacramenti,
non c'è più l'irrigazione della grazia.
E da ciò siccità, sterilità, morte.
Il prete è un uomo, ma è più degli angeli;
è un peccatore, ma rimette i peccati;
è un servo, ma il Signore gli obbedisce.
Gli angeli, e perfino la Regina degli angeli, non hanno il potere di assolvere, né quello di costringere Cristo, ogni giorno, a rinnovare, sotto le Sante Specie del pane e del vino, l'offerta universalmente riparatrice di Dio a Dio.
Lui, lui solo, questi prodigi può farli.

Domenico Giuliotti, "Polvere dell'Esilio", Vallecchi, Firenze 1929.

martedì 13 maggio 2008

RONDE ANTICRIMINE? MEGLIO LA SQUADRA DEGLI ANGELI


Da più parti, soprattutto nel nord Italia, si invocano le ronde anticrimine, mi domando a cosa servirebbero; l'ordine pubblico deve essere garantito dalle forze di polizia, le ronde servirebbero a cosa, a reprimere gli eventuali focolari di violenza? a segnalare il sorgere di disordini?
Propongo piuttosto di cominciare a pensare alle squadre degli angeli, i volontari che potrebbero dare una mano a superare i mille piccoli disagi di ogni giorno: aiutare l'anziano ad attraversare la strada, il disabile a muoversi con la carrozzella, accompagnare le persone sole a sbrigare le pratiche necessarie nei meandri degli uffici... La lista di tante piccole cose che hanno bisogno di un angelo potrebbe continuare all'infinito. Perché non scommettiamo sugli angeli?

venerdì 9 maggio 2008

Ieri sera Luisa è arrivata puntuale...
brava.

giovedì 8 maggio 2008

PARLAMI

Parlami, Gesù, con la tua voce più intima.
Parlami da Signore, come solo Dio può fare,
con la tua suprema autorità di eterna Sapienza.
Che il silenzio stesso della tua presenza
diventi una parola che mi esprime il tuo amore.
Dimmi ciò che desideri da me,
che cosa vuoi che io faccia.
Mostrami ciò che ti è dispiaciuto
nella mia condotta passata
e ciò che desideri per la mia condotta avvenire.
Indicami ciò che ti piace nelle mie azioni,
e gli sforzi che devo fare
perché possa essere una dimora a te gradita.
Dimmi come ti devo amare,
suggeriscimi che cosa ti devo dare.
Parlami nel tuo linguaggio divino,
sommamente efficace,
e opera tu stesso in me quel che mi dici.

Parlami con insistenza,
e deponi la tua parola come un fermento nel mio cuore.
Parla, Signore, e dammi uno spirito docile
affinché io possa ascoltare volentieri,
comprendere profondamente,
mettere in pratica fedelmente la tua parola!

(J. Galot)

martedì 6 maggio 2008

LA BOCCA PARLA DALLA PIENEZZA DEL CUORE



Mt. 12,34


Ognuno dà quello che ha. Quello che nascondi nel fondo del cuore ti affiorerà sulle labbra, presto a tardi, ma certo. Se vuoi conoscere l’intimo di una persona, i suoi veri sentimenti, i suoi gusti, i suoi ideali, seguila quando parla, osserva di che parla, bada a quel che dice. Certo ti ci vorrà del tempo, perché più spesso la parola è usata non per manifestare ma per nascondere il pensiero, più per mascherare l’animo che per palesarlo. Ma prima o dopo, in un momento in cui viene a mancare il controllo, la vigilanza sulle parole, tutta l’industria dell’ipocrisia, allora qualcosa viene a galla; così attraverso una parola, un gesto, un accento, tu leggerai nel cuore.
E poiché la gente vale non per quello che dice, e nemmeno per quello che fa, ma soprattutto per quello che ama, quando ne avrai conosciuto il cuore, ne avrai misurato il giusto valore. In tal modo potrai discernere gli amici veri dai falsi e i compagni fedeli dagli avventurieri, per godere di quelli e sbarazzarti di questi. Sicuro, sbarazzarti, perché, sebbene tu debba rispettare e amare tutti, non puoi e non devi familiarizzare con tutti.
Vuoi dunque conoscere cosa ha la gente in cuore? Ascolta di che parla. Dice anche il popolo: la lingua batte dove il dente duole. E infatti è così, chi parla sempre di denaro ha il denaro in cuore: è un povero avaro; e chi parla sempre di carriera ha l’ambizione nel cuore: è un arrivista; chi parla sempre di politica è un nevrotico: non gli dar retta; e chi parla sempre male degli altri ha il veleno in cuore: non ti fidare. Chi parla sempre di lotta e di odio è un pazzo furioso: tieniti lontano; e chi parla contro Dio e la Fede è un parassita orgoglioso.
Ogni uomo dà quello che ha, certamente; ma tu sappi prendere quello che ti conviene. Perché ci sono uomini che amano strisciare nel fango come i vermi, e altri che amano raccogliere il nettare dei fiori come le api.


da “Così disse Gesù” di Giovanni Albanesi, Cittadella Editrice, Assisi 1987.